mercoledì 25 maggio 2011

Chiesuola




















La Chiesa cattolica è poca roba quando diventa chiesuola, quando si chiude in autocontemplazione del proprio ombelico, ritenendolo il centro dell'universo. Quando non è capace e non vuole intraprendere percorsi nuovi e spaccia per novità gli aspetti peggiori della propria bimillenaria tradizione.

Così ultimamente si sente parlare molto di "corresponsabilità" dei laici. Già il fatto che se ne parli la dice lunga. Da sempre nella Chiesa cattolica i laici valgono come il due di picche allorché si tratta di questioni significative. Ma i preti, formati ancora come previsto dal concilio di Trento, sono sempre più anziani e sempre meno numerosi. E allora lo slogan ricorrente diventa: Avanti i laici!
Poi vai a vedere e trovi paletti da ogni parte. Si tratta giusto di distribuire la comunione durante le messe (sempre che non sia presente il diacono) o andare a fare gli auguri natalizi nelle case dei parrocchiani, dove per ragioni demografiche il parroco o il vicario ormai non ce la fanno ad arrivare. Le decisioni alla fine della fiera vengono prese sempre all'interno della solita cerchia di chierici, maschi, votati al celibato.

Gesù però, checché se ne dica, amava poco parlare di chiesa e difficilmente deve aver avuto in mente un'idea di chiesa così come oggi la concepiamo, ancora troppo somigliante a una struttura imperiale piuttosto che a una comunità sororale e fraterna. Preferiva piuttosto parlare di "regno di Dio". Ed è interessante notare come l'espressione "regno di Dio" o "regno dei cieli" ricorra per ben centoventidue volte nei vangeli canonici. E la parola "chiesa"? Una volta sola, ahimè (Mt 16,18).

Così, quando la Chiesa si fa chiesuola, occorre sempre alzare lo sguardo a contemplare la incommensurabile vastità del regno. Che abbraccia l'umanità tutta e viene edificato da tutti coloro che operano per il bene comune, per la giustizia, per la pace. La sua realizzazione, grazie al cielo, non ha nulla a che spartire con la gestione del potere, nemmeno con quella del potere religioso; e soprattutto prescinde dalle piccinerie degli uomini, persino da quelle degli uomini di chiesa.

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