La questione della successione a Tettamanzi mi lascia un po' interdetto. Se ne leggono di tutti i colori su Angelo Scola ancor prima d'averlo sentito parlare da vescovo di Milano. "Dai frutti li riconoscerete"... Diamogli un po' di tempo. Se verrà e inizierà subito a trafficare a destra e a manca non sarà un buon segnale.
Vito Mancuso su Repubblica dice bene: c'è bisogno di ascolto. Saprà il nuovo arcivescovo saper ascoltare?
Se è per questo, un gruppo di credenti della mia comunità qualche tempo fa scrisse una lettera al cardinale Tettamanzi, manifestando perplessità circa le modalità di costituzione della neonata Comunità pastorale che ha coinvolto anche la nostra parrocchia... Ebbene, dal buon Dionigi nemmeno due righe di risposta, sempre che la missiva sia giunta a destinazione. Ad ogni modo questo è accaduto: cristiani scrivono al loro vescovo e questi non li degna di una parola, tutto cade nel vuoto, o rimbalza come contro un muro di gomma. Che dire, dunque, a proposito di ascolto?
Scola o chi per lui, siamo sempre col naso all'insù ad aspettare qualche cosa che ci piova addosso. "Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo"? E poi lamentiamo l'anacronismo di talune prassi ecclesiastiche, immutabili dal medioevo a questa parte e che lasciano a pochi decidere tutto sulla testa della gente, senza la minima possibilità per le persone di esprimere un parere in questioni importanti per la vita della Chiesa. Ma se la gente semplice non viene minimamente interpellata quando si tratta di costituire una comunità pastorale (ad esempio: a nessun monsignore interesserebbe sapere che cosa ne pensi il "popolo di Dio" di dover camminare con questa piuttosto che con quella parrocchia), come volete che l'opinione della stragrande maggioranza dei cattolici di una diocesi possa contare qualche cosa nella nomina del vescovo?
Forse dovremmo smetterla di guardare il cielo. Dovremmo non parlare più del nuovo vescovo, o di quello antico. Quello che dovremmo fare è invertire la direzione del nostra attenzione e fissare lo sguardo verso il basso. Distoglierlo dalle porpore e dagli onori degli ecclesiastici di professione per rivolgerlo al Crocifisso presente nella comune storia degli uomini.
Ha ragione quel prete che in questi giorni si esprime così: il Vaticano "doveva controbilanciare il sindaco di sinistra. Per loro tutto si gioca sul potere. Ma noi occupiamoci del vangelo e dei più deboli della terra . Poi, ancora una volta, affidiamo a Dio nella preghiera e nell'impegno i piccoli semi che gettiamo nel solco del quotidiano".
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Ha ragione quel prete che in questi giorni si esprime così: il Vaticano "doveva controbilanciare il sindaco di sinistra. Per loro tutto si gioca sul potere. Ma noi occupiamoci del vangelo e dei più deboli della terra . Poi, ancora una volta, affidiamo a Dio nella preghiera e nell'impegno i piccoli semi che gettiamo nel solco del quotidiano".
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